Profili di anarchici e anarchiche udinesi (1900-1960)

La presenza di anarchici e anarchiche a Udine è ben documentata dalla fine dell’Ottocento. Di alcuni sappiamo poco più che il nome, di altri abbiamo maggiori informazioni.

Vediamo qualche caso:
MASSIMILANO (MASSIMO) DE PASCAL
Su di lui esiste un fascicolo al Casellario Politico Centrale a Roma.

Nato a Polesella (Rovigo) il 21 agosto 1887 , di professione fabbro meccanico. La sua prima segnalazione al CPC risale al 2 novembre 1908, quando viene arrestato per propaganda antimilitarista davanti alla caserma di cavalleria di Udine “gridava ‘Abbasso il miltarismo, viva l’Anarchia […] e cercava di distribuire alle reclute i giornali [anarchici] ‘Il Libertario’,  ‘La Protesta Umana’ [ e il settimanale socialista] ‘Il Lavoratore Friulano'” (profilo 7.12.1912). Nel 1913 organizza a Udine una conferenza del “pubblicista anarchico Zavattero Domenico […] svolgendo il tema ‘La scuola moderna'”.E’ stimato anche dai socialisti tanto da accollarsi persino per qualche tempo il ruolo di gerente del settimanale socialista locale “Il Lavoratore friulano”.  Il 15 settembre 1920 al congresso costitutivo dell’Unione Anarchica Friulana gli viene affidata la segreteria dell’Unione. (1). Nel 1925 si trasferisce per lavoro a Sesto San Giovanni (MI). Muore il 12 luglio 1937.

OTTORINO PATTUMI

Di lui abbiamo scarse informazioni, provenienti dalla stampa anarchica. Ferroviere lavora prima a Gorizia e poi a Udine, dove nel 1920 è attivo nel gruppo “Germinal”, a lui  “con ogni probabilità vanno attribuite le corrispondenze da Udine che, sotto lo pseudonimo di Ribelle, appaiono su “Umanità Nova” dall’ 8 giugno al 24 novembre 1921″. In seguito si trasferisce per lavoro. Le ultime notizie che abbiamo di lui lo vedono a La Spezia, dove nel 1924 invia due sottoscrizioni al periodico malatestiano “Pensiero e volontà” (1).

“I PETROZZI”
In questo caso è anarchica praticamente l’intera famiglia. Il padre Carlo e i figli Alerame, Delfina e Girani. L’unico fascicolo presente al CPC è quello relativo a Girani e vi si trovano informazioni relative anche al resto della famiglia.



Del padre CARLO PETROZZI (11.6.1868 -10.11.1923) si hanno poche notizie, un appunto nel CPC lo definisce “uno dei più accaniti anarchici della provincia”, Carlo e Girani Petrozzi vengono arrestati nel febbraio 1923 insieme a diversi esponenti comunisti per un presunto complotto contro lo stato e scagionati solo in aprile. A novembre Carlo muore per un male incurabile e viene ricordato in un commosso necrologio de “Il Lavoratore friulano” (17 novembre 1923)

DELFINA PETROZZI anche di lei si hanno scarse notizie, nel fascicolo del CPC del fratello Girani c’è un appunto del 21 dicembre 1929. Risulta nata a Udine il 20 luglio 1903 e “impiegata presso l’Ospedale Marino Fiulano di Udine”: Di lei si scrive “educata dal padre a sentimenti anarchici, prima dell’avvento fascista al potere,si dimostrò una attiva sovversiva, prendendo parte a riunioni ed a dimostrazioni social comuniste. Ella era la invisibile compagna di fede del fratello Girami [sic] Luigi e del padre Carlo”. In seguito, dopo l’arresto del fratello, si sarebbe “appartata da ogni competizione politica”

GIRANI PETROZZI, (spesso erroneamente riportato come Gerami o Girami) figlio di Carlo e di Maria Cattaruzza nato a Udine il 18 aprile 1884, elettricista. nel 1920 risulta abitare in via Grazzano 146 a Udine. Secondo la biografia nel CPC stilata in quell’anno “è segretario e porta bandiera del gruppo anarchico di Udine […] Riceve il giornale “L’Umanità Nuova” [recte “Umanià Nova”] del quale cura la diffusione, fa attiva propaganda e prende parte a tutte le manifestazioni del partito”.

La sera di giovedì 28 ottobre 1920 si tiene a Udine “il comizio elettorale socialista nella Palestra di ginnastica di via della Posta. In centro sono presenti anche gli anarchici che distribuiscono volantini astensionisti, tra i più attivi è Girani Petrozzi.
Terminato il comizio, un gruppo di socialisti che avevano improvvisato un corteo viene aggredito dai fascisti. l’intervento di un plotone di carabinieri sembra riportare la calma.
Petrozzi, notato in antecedenza quale vessillifero e per la sua caratteristica barba nera, viene circondato da un gruppo di fascisti armati di bastone che cercano di isolarlo dal gruppo. Percosso, grazie alla sua destrezza e forza come cultore di lotte e di boxe riesce ad aprirsi un varco e fuggire.
Nella colluttazione (che ben presto si trasforma in una mischia generale) hanno la peggio i fascisti, che lamentano due feriti gravi: Alfredo Avogadro ferito da una pugnalata e Manlio Tamburlini, ridotto in gravissime condizioni da un colpo alla fronte.
Secondo un copione destinato a diventare normale, solo i rivoluzionari vengono perseguiti. Girani Petrozzi, immediatamente fermato e poi rilasciato, viene arrestato la mattina del 30 e dopo quasi sette mesi di carcere preventivo condannato a sei mesi e 25 giorni di reclusione “per lesioni e porto di pugnale” (1). Tornato in libertà riprende la militanza. Sono probabilmente sue le corrispondenze da Udine a firma Dejosè che compaiono su Umanità Nova a partire dall’8 gennaio 1922.

Durante gli anni della dittatura viene sottoposto a continue angherie ed arresti, tanto da contrarre la tubercolosi in carcere. Durante la Resistenza nasconde in casa armi edesplosivi e suo figlio Carlo combatte nelle file delle Brigate “Garibaldi”. Nel dopoguerra risulta aver aderito al PCI. Fu tra i primi soci, nel 1920, della Società filologica friulana di Udine ed ha pubblicato nel corso degli anni diverse poesie e canzoni in friulano ed in italiano. È morto nel 1962.

ALERAME PETROZZI, da una nota presente al CPC (26.3.1927) risulta essere “assistente in chimica” presso l’Istituto Tecnico di Udine, incarico che “disimpegna con zelo e capacità”, non sembra avere alcun impegno politico. “Vive ritiratissimo e non avvicina se non i propri congiunti e qualche amico e questo evidente isolamento vuolsi abbia originedal di lui carattere poco espansivo ed anche dalle cagionevoli sue condizioni di salute”.

Nel dopoguerra lo vediamo attivo nell’autonomismo friulano (dove viene riconosciuto come anarchico, “Alerame Petrozzi, insegnant di matematiche e anarchic” lo ricorda Lelo Cjanton)
collabora a “Patrie dal Friûl” con gli pseudonimi di Fark di farkadize e di Faliscje ma scrive anche su periodici anarchici: nel 1948 pubblica l’articolo Indeterminismo fisico e libertà su “Volontà”, tra il 1958 e il 1962 compaiono alcune sue corrispondenze anche su “L’Adunata dei Refrattari” di New York. Pubblica, con lo pseudonimo di Pietro Secondo, il libro antireligioso La verità su Cristo e il cristianesimo, Cesena, L’antistato, 1962. Muore il 19 ottobre 1963 “l’amico [Umberto] Candoni disse qualche parola di commiato leggendo poi un inno alla pace fra i popoli, scritto dalo stesso Petrozzi (“L’Adunata dei Refrattari, 15 novembre 1963)

NOTE
(1) M. DE AGOSTINI, Gli anarchici di Udine nel 1919-1920, <Bollettino Archivio G. Pinelli>, n. 30 dic. 2007.

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