L’INFAMIA DELLE LEGGI RAZZIALI

LUGLIO 1938 VIENE PUBBLICATO IL “MANIFESTO DELLA RAZZA”, SETTEMBRE ESCONO LE LEGGI RAZZIALI VOLUTE DAL REGIME FASCISTA. RICORDIAMO LE TAPPE DI QUESTA INFAMIA

le tappe della legislazione razzista

Si tende troppo spesso a sminuire la gravità della persecuzione degli ebrei attuata dal fascismo. Tra il 1938 e il 1943 i provvedimenti razzisti divennero sempre più gravi e dal 1943 la “Repubblica di Salò” collaborò attivamente all’invio degli ebrei nei campi di sterminio. La cronologia che segue ripercorre – in modo schematico – le tappe della normativa razziale fascista.

1935-36 Dopo l’invasione italiana dell’Etiopia si registra un rapido avvicinamento tra il regime fascista e la Germania nazista.

1937 viene proibita ogni “relazione d’indole coniugale” tra gli italiani e i sudditi delle colonie, la pena prevista è “la reclusione da uno a cinque anni” (Regio Decreto Legge 19.4.1937 n. 880).

luglio 1938 Viene pubblicato il “Manifesto della Razza” in cui si dichiara tra l’altro “la popolazione dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana […] è tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l’opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo […] Gli ebrei non appartengono alla razza italiana […] rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani […] I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo. L’unione è ammissibile solo nell’ambito delle razze europee.”

A partire dal settembre 1938 viene varata una lunga serie di provvedimenti razzisti

  • gli allievi di razza ebraica devono lasciare la scuola o l’università e possono frequentare solo apposite scuole ebraiche, tutti gli insegnanti ebrei vengono licenziati, viene proibita l’adozione di libri di testo scritti da ebrei,(Regio Decreto Legge 5.9.1938 n. 1390 poi integrato dal R.D.L. 15.11.1938 n. 1779). Da notare che, a quest’epoca, in Germania gli ebrei non erano ancora stati esclusi dalle scuole !
  • viene proibito agli ebrei stranieri di fissare la loro dimora nel Regno, tutti coloro che vi si sono stabiliti a partire dal 1919 devono andarsene, la cittadinanza italiana viene revocata (R.D.L. 7.9.1938 n. 1381).
  • viene proibito “il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza” (art. 1), ai dipendenti pubblici è proibito il matrimonio con stranieri,vengono stabiliti minuziosamente i criteri per definire chi sia ebreo:“è di razza ebraica colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se appartenga a religione diversa da quella ebraica […] colui che è nato da genitori di cui uno di razza ebraica e l’altro di nazionalità straniera […] colui che è nato da madre di razza ebraica qualora sia ignoto il padre […] colui che, pur essendo nato da genitori di nazionalità italiana, di cui uno solo di razza ebraica, appartenga alla religione ebraica, o sia, comunque, iscritto ad una comunità israelitica, ovvero abbia fatto, in qualsiasi altro modo, manifestazioni di ebraismo” (art. 8). L’appartenenza alla razza ebraica deve essere annotata su tutti i documenti, agli ebrei viene proibita una lunga serie di attività: prestare servizio militare, possedere beni immobili oltre un certo valore, essere proprietari o gestori di aziende di interesse nazionale, essere dipendenti pubblici, avere dipendenti non ebrei… Gli ebrei che possano vantare particolari benemerenze (es. mutilati di guerra) possono chiedere di essere “discriminati” ottenendo un’attenuazione delle misure a loro carico. (R.D.L. 17.11.1938 n. 1728).
  • agli ebrei viene proibito l’esercizio di una lunga serie di professioni (medico, farmacista, architetto, geometra, avvocato…) se non a favore di altri ebrei e comunque con gravi limitazioni (Legge 29.6.1939 n. 179).

1940 Con l’entrata in guerra dell’Italia la situazione si aggrava. Vengono istituiti dei campi d’internamento per ebrei stranieri ed ebrei italiani “pericolosi”, sinagoghe e centri ebraici sono oggetto di violenze da parte degli squadristi.

6 maggio 1942 tutti gli ebrei italiani, di ambo i sessi, compresi tra i 18 e i 55 anni, vengono precettati per essere avviati al lavoro coatto

Settembre 1943 dopo l’armistizio i tedeschi occupano buona parte d’Italia e costituiscono un governo fantoccio: la Repubblica Sociale Italiana diretta da Mussolini. Il Friuli, la Venezia Giulia, l’Istria e Fiume vengono governate direttamente dai tedeschi con il nome di “Litorale Adriatico”.

Mentre iniziano le deportazioni verso i campi di sterminio in Germania (più di mille gli ebrei romani inviati ad Auschwitz il 18 ottobre), il fascismo “repubblicano” è solerte nella persecuzione. Il punto 7 della “Carta di Verona” (il documento programmatico della RSI) recita: “gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri, durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica”.

30 novembre 1943 Il Ministro degli Interni della RSI, Buffarini Guidi, dispone l’arresto di tutti gli ebrei, il loro internamento in campi di concentramento, il sequestro dei beni.

28 gennaio 1944 La RSI scioglie formalmente le Comunità ebraiche, disponendo il sequestro di tutti i loro beni.

I campi di concentramento in Italia: il sistema dei campi della RSI fa perno su quello di Fossoli (Modena), dove gli ebrei vengono progressivamente trasferiti per essere poi inviati ad Auschwitz.

Nel “Litorale Adriatico” funziona invece il campo della risiera di San Sabba, direttamente sotto il controllo tedesco.

un caso tra tanti: Elio Morpurgo

Elio Morpurgo (1858-1944), ebreo, è Sindaco di Udine dal 1889 al 1895 ed in seguito deputato, nel 1920 viene nominato senatore del Regno (la carica era vitalizia) da Giolitti. Dopo l’avvento del fascismo diventa un sostenitore del regime ma questo non lo salva, nel 1938, dall’applicazione delle leggi razziali.

Il 26 marzo 1944 – ottantacinquenne, gravemente malato e cieco – viene prelevato dalle SS dall’Ospedale Civile di Udine e deportato alla risiera di S.Sabba a Trieste. Tre giorni dopo viene caricato su un convoglio di vagoni bestiame con altri 500 ebrei per essere deportato ad Auschwitz, dove non arriva mai, il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Il figlio Enrico ha lasciato il palazzo di famiglia (“Palazzo Morpurgo” in centro) in eredità al Comune di Udine perché fosse adibito a museo.

a cura del Centro Studi “F. Cargnelutti”, Udine

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