Sanità: lo Stato taglia, i privati ingrassano

Un interessante articolo pubblicato il 23 marzo 2020 nell’inserto del lunedì “Affari e finanza” di “Repubblica”.

il succo dell’articolo di Sergio Rizzo è che “in vent’anni la spesa sanitaria complessiva è cresciuta del 22 % in termini reali. Ma mentre il settore pubblico riduceva il numero di ospedali e posti letto, i fondi girati alle strutture private sono aumentati di quasi un terzo. E gli imprenditori del settore hanno costruito vere e proprie fortune”.

L’articolo utilizza una recentissima analisi svolta da Luca Gerotto per conto dell’Osservatorio dei conti pubblici (diretto da Cottarelli) secondo cui la spesa sanitaria pubblica è cresciuta di ben il 69 per cento, passando da 63,8 a 115,4 miliardi tra il 2000 e il 2018 (alla faccia dei “risparmi” !) soldi però destinati alla sanità privata in cui si sono create vere e proprie fortune a danno della salute e delle finanze pubbliche.

Quali i risultati sulla capacità della sanità di rispondere alle emergenze ? disastrosi. Nel 2004 i posti di terapia intensiva negli ospedali italiani erano inferiori al al 3 % del totale (un terzo della media europea), nel 2017 si è arrivati al 2,64 % (ma le strutture private non raggiungevanol’1%).

Nel corso della Prima guerra mondiale i profittatori di guerra venivano definiti “pescecani” (e con il fascismo hanno continuato a fare soldi indisturbati), come definire oggi i profittatori della sanità privata ?

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