PORDENONE: CHI HA PAURA DELLE FOIBE ?

(aggiornamento: l’incontro si terrà alla CASA DEL POPOLO di Torre di PN, via Carnaro 10 alle 20,45. Oltre a Federico Tenca Montini relatori saranno Lorenzo Filipaz e Luca Meneghesso) Maldestro tentativo di censura a Pordenone, dove il Comune sta pesantemente sabotando l’incontro “I GIORNI DEI RICORDI storia, storiografia e manipolazioni sulle foibe e il confine orientale”con Federico Tenca Montini, autore dell’apprezzato saggio “Fenomenologia di un martirologio mediatico: le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta ad oggi”.

10-febbraio-2017-casa-del-popoloGli organizzatori si erano mossi per tempo chiedendo l’uso della saletta “Degan” annessa alla Biblioteca Civica, dopo il diniego del Comune si erano indirizzati verso il ridotto del vicino Teatro Verdi (regolarmente concesso pagando l’affitto della sala in anticipo) ma il 5 febbraio ecco arrivare la revoca della concessione della sala anche da parte del Teatro !

Una scandalosa commedia, per la quale eprimiamo tutta la nostra solidarietà agli organizzatori e al relatore (di seguito il comunicato di PN Rebel e NEA di ieri 5.2.2017 e quello successivo dell’8.2 )

LA NOSTRA AZIONE NON SI FERMA!
Ieri mattina abbiamo annunciato a mezzo stampa e tramite il nostro profilo facebook, l’aver regolarmente ottenuto la sala del Ridotto del Teatro Verdi di Pordenone con tanto di fattura emessa dallo stesso (250 €+iva) per svolgere la conferenza “I Giorni dei ricordi” il 10 febbraio. Nel tardo pomeriggio abbiamo ricevuto una telefonata per conto del presidente del Consiglio di Amministrazione del Teatro Verdi, Giovanni Lessio, in cui ci veniva comunicato, in via ufficiosa, la revoca dell’autorizzazione all’utilizzo della sala.
Le motivazioni sarebbero che “il 10 febbraio è una giornata troppo delicata”, così come poi apprendiamo dalla stampa dove Lessio viene interpellato e ribadisce che “la data è inopportuna”.
Facciamo il punto: a fine gennaio in una mail allo staff alleghiamo la locandina, spieghiamo il caso anticipando che era già stata negata la sala dal comune; ci viene risposto che il 10 febbraio la sala è libera con allegato il modulo per richiederla; viene spedito, riceviamo a stretto giro l’autorizzazione e paghiamo la fattura (tutta la documentazione la trovate in coda al post).
Incredibilmente solo “dopo l’annuncio pubblico sui giornali” veniamo ricontattati per la revoca, ovviamente chiediamo che venga messa nero su bianco e scopriamo però che non vengono date alcune motivazioni, non c’è traccia di quelle dette a mezzo stampa da Lessio, semplicemente si dice “con rammarico” che la sala non è disponibile. A questo punto le domande sorgono spontanee: Lessio concede le sale senza verificarne effettivamente la disponibilità? Non si era neppure accorto che la data “inopportuna” era già stata anticipata e spiegata? Come mai non ci si assume la responsabilità di motivare ufficialmente la revoca? Oppure qualcuno nel frattempo gli ha fatto una telefonata? La risposta noi la sappiamo, basta avere un po’ di buonsenso per capire che chi detiene il potere può permettersi di fare pressioni, minacce o peggio ancora dare semplicemente indicazioni a chi è pronto ad ubbidir tacendo.
La posizione del Comune è perentoria: “Questa conferenza non s’ha da fare, né ora e né mai” con Ciriani nelle vesti di un novello Don Rodrigo e Tropeano e Lessio nelle vesti dei bravi?.
Più che un accanimento questa è una vera e propria persecuzione da parte della giunta nei confronti degli antifascisti e delle antifasciste cittadini e annunciamo che questi atteggiamenti intimidatori non fermeranno né il regolare svolgimento dell’iniziativa né la nostra attività politica, sociale e culturale.
L’assessore alla cultura Tropeano sui giornali fa una parziale marcia indietro (o arrampicata sugli specchi) saputo del nostro esposto in procura, sostenendo che il problema non era il contenuto della nostra conferenza (ma non era negazionista?), ma il metodo con cui l’abbiamo proposta alla cittadinanza e al comune.
Tropeano e il Comune non hanno alcun titolo per intervenire, né sui contenuti delle conferenze che si svolgono in sale pubbliche né tanto meno sulle modalità delle stesse.
L’assessore che parla di “introdurre un contraddittorio” all’interno della conferenza, in realtà non ha mai cercato un dialogo con noi (nonostante fosse stata chiesta quasi un mese prima) ma ci ha sbattuto la porta in faccia, quindi non abbiamo idea di quale metodo stia parlando.
In ultimo vogliamo far rilevare che recentemente il Giudice Tito ha decretato che la fantomatica “Foiba di Rosazzo” non c’è, mettendo fine ad una propaganda che ha fatto capolino sui giornali con dichiarazioni roboanti per mesi, per poi vedere le fonti sgretolarsi, alcuni sostenitori dissociarsi e ora scoprire che era tutta una bufala.
Come si evince, la ricerca della verità è sempre una ricchezza, fare propaganda è antistorico, negare uno studio sociologico come quello proposto da noi è negazionismo, perseguire chi dissente è antidemocratico.
Il Comune di pordenone c’ha dato una lezione di come si possa tornare indietro di 70 anni in così poco tempo.
PNREBEL e NEA

(comunicato 8.2.2017) La Casa del Popolo si è offerta di ospitare la nostra conferenza del 10 febbraio sulla complessità del confine orientale “i giorni dei ricordi”. Non avevamo dubbi che la disponibilità di un luogo storico, simbolo ieri della resistenza al nazifascismo e oggi della pluralità di un posto vivo, radicato nel quartiere di Torre senza mai rinunciare ai valori antirazzisti e antifascisti, potesse venire meno.
Ma avevamo un vezzo, una caparbia determinazione a riconoscere nel centro di una città l’accoglienza di quei luoghi che si vantano d’essere centri di cultura, dell’eccellenza della cultura (una città candidata addirittura a “capitale della cultura!). C’eravamo quasi riusciti.
Volevamo avere voce, o meglio, volevamo “dare voce” a vagiti di verità contro una becera propaganda che non conosce rispetto della storia, della ricerca, delle differenze.
Abbiamo trovato conferme di un sindaco e dei suoi sgherri (come altro chiamarli?) piazzati nelle varie poltrone che contano, che nonostante la spolverata liberaleggiante in campagna elettorale ha immediatamente mostrato cosa ci sia sotto: la solita prepotente arroganza del potere, di cui i fascisti han sempre fatto vanto. 
E scopriamo che nelle commemorazioni ufficiali tra relatori e relatrici compare un “figlia di esule istriano”…anche tra i nostri relatori c’è un “figlio di esule istriano”, evidentemente ci sono figli di serie A e altri di serie B, alcuni possono parlare e altri devono tacere. Se si aggiunge che questa “figlia” è pure una ex collega di partito del sindaco l’imbarazzo e la vergogna per quanto stiamo assistendo raggiunge limiti insperati.
Lo squallido dietrofront del Teatro Verdi ha però fatto emergere le crepe di questa corazzata di mammut parcheggiati in una cristalleria, abbiamo raccolto solidarietà, sostegno persino da parti che non ci aspettavamo. Ci sembra già molto.
La conferenza ci sarà, dunque, il 10 febbraio alle ore 20.45 alla Casa del Popolo, vedremo come risponderà la città.
Se il governo cittadino ha gettato la maschera sulle proprie attitudini autoritarie, pezzi di società, luoghi storici come la Casa del popolo hanno, di fatto, dato una lezione a questi signori: la libertà di parola e di pensiero trovano sempre qualcuno disposto ad accoglierli. 
Non ci siamo fermati né ci fermeremo.
Noi ricordiamo tutto!
PnRebel

 
 
 
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0 Responses to PORDENONE: CHI HA PAURA DELLE FOIBE ?

  1. alla casa del popolo di Torre says:

    La Casa del Popolo si è offerta di ospitare la nostra conferenza del 10 febbraio sulla complessità del confine orientale “i giorni dei ricordi”. Non avevamo dubbi che la disponibilità di un luogo storico, simbolo ieri della resistenza al nazifascismo e oggi della pluralità di un posto vivo, radicato nel quartiere di Torre senza mai rinunciare ai valori antirazzisti e antifascisti, potesse venire meno.
    Ma avevamo un vezzo, una caparbia determinazione a riconoscere nel centro di una città l’accoglienza di quei luoghi che si vantano d’essere centri di cultura, dell’eccellenza della cultura (una città candidata addirittura a “capitale della cultura!). C’eravamo quasi riusciti.
    Volevamo avere voce, o meglio, volevamo “dare voce” a vagiti di verità contro una becera propaganda che non conosce rispetto della storia, della ricerca, delle differenze.
    Abbiamo trovato conferme di un sindaco e dei suoi sgherri (come altro chiamarli?) piazzati nelle varie poltrone che contano, che nonostante la spolverata liberaleggiante in campagna elettorale ha immediatamente mostrato cosa ci sia sotto: la solita prepotente arroganza del potere, di cui i fascisti han sempre fatto vanto.
    E scopriamo che nelle commemorazioni ufficiali tra relatori e relatrici compare un “figlia di esule istriano”…anche tra i nostri relatori c’è un “figlio di esule istriano”, evidentemente ci sono figli di serie A e altri di serie B, alcuni possono parlare e altri devono tacere. Se si aggiunge che questa “figlia” è pure una ex collega di partito del sindaco l’imbarazzo e la vergogna per quanto stiamo assistendo raggiunge limiti insperati.
    Lo squallido dietrofront del Teatro Verdi ha però fatto emergere le crepe di questa corazzata di mammut parcheggiati in una cristalleria, abbiamo raccolto solidarietà, sostegno persino da parti che non ci aspettavamo. Ci sembra già molto.
    La conferenza ci sarà, dunque, il 10 febbraio alle ore 20.45 alla Casa del Popolo, vedremo come risponderà la città.
    Se il governo cittadino ha gettato la maschera sulle proprie attitudini autoritarie, pezzi di società, luoghi storici come la Casa del popolo hanno, di fatto, dato una lezione a questi signori: la libertà di parola e di pensiero trovano sempre qualcuno disposto ad accoglierli.
    Non ci siamo fermati né ci fermeremo.
    Noi ricordiamo tutto!
    PnRebel

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