Udine securitaria

La giunta comunale leghista di Udine sembra aver posto alla base della propria attività amministrativa la diffusione della paura sociale, la costruzione di rotonde, l’abbattimento di alberi e poco altro.

Da mesi vediamo polizia e vigilantes presidiare in forze borgo stazione e prendersela con i migranti mentre in piazza San Giacomo gli udinesi possono liberamente ammassarsi nei locali in spregio ad ogni norma anticovid senza che vi sia alcun controllo.

Tra gli episodi più scandalosi quello segnalato nel volantino che riportiamo di seguito:

“UDINE, ZONA STAZIONE: BASTA
CON IL TERRORE DELLA POLIZIA!
A  pochi  metri  da  qui [in via Leopardi],  la  mattina  del  30  luglio  2021,  due  persone  senzatetto  che attendevano  il  pullman  sono  state  vittime  di  un’imboscata  di  una  pattuglia  di  polizia  e delle operatrici del servizio sociale minori del comune. “Colpevoli” di non avere una casa, sono stati puniti: le assistenti hanno portato via la loro bambina di 2 anni.
Ne siamo stati testimoni diretti. Il  sindaco  e  i  mezzi  di  informazione  stanno  già  da  anni  militarizzando  questa  zona  di
Udine:  il  loro  obbiettivo  è  alimentare  e  diffondere  paura  e  sospetto,  mettere  tutti  contro tutti, far sparire il disagio sociale sotto il tappeto: per conquistarsi il consenso di elettori e
elettrici  benpensanti.  Per  fare  del  centro  urbano  di  Udine  un  parco  giochi  per  turisti  e spostare chi loro considerano rifiuti nella periferia abbandonata. Continue reading

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In che momento si è fottuto il Messico ? di Claudio Albertani e Fabiana Medina

Claudio Albertani, Fabiana Medina, “In che momento si è fottuto il Messico ?”, quaderni di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe”, luglio 2021.

(per riceverlo scrivere a collegamentiwobbly@gmail.com)

Poco prima dell’uscita del n. 2 della rivista “Collegamenti” esce questo saggio, agile ma ben documentato e di notevole spessore intellettuale, assai utile per comprendere la storia e la situazione attuale del Messico. Il titolo riprende provocatoriamente la domanda “In che momento si era fottuto il Perù” che Vargas Llosa mette in bocca al protagonista del romanzo “Conversazione nella Cattedrale”.

Per il Messico il momento di svolta si ha a metà degli anni 70, quando l’occasione favorevole offerta dall’alto costo del petrolio viene inutilmente sprecata e il paese si avvita in una crisi senza fine. Agli inizi degli anni 80 vengono applicate senza opposizione le ricette neoliberali. Una trasformazione favorita dalle peculiarità messicane: un presidente onnipotente, un partito di fatto unico (il Partido Revolucionario Institucional, PRI), una legislazione sindacale corporativa di derivazione dichiaratamente fascista. Il risultato: smantellamento dei diritti dei lavoratori, svendita a prezzo di saldo delle aziende statali ai soliti amici, devastazioni ambientali e disastri nelle infrastrutture, netto peggioramento delle condizioni economiche di buona parte della popolazione (oggi circa il 40 % ha un reddito inferiore al “paniere alimentare di base”, il minimo vitale

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Adil Belakdim: una nuova vittima della violenza padronale

Ancora sangue per stroncare le lotte dei lavoratori. Dopo il selvaggio pestaggio attuato da alcuni sgherri della proprietà contro lavoratori che attuavano un picchetto di fronte ai cancelli della Zampieri di Tavazzano (Lodi)

E’ stato ucciso a Novara, travolto da un camion che ha forzato un picchetto, Adil Belakdim, 37enne e  Coordinatore dei SiCobas.

In entrambi i casi sono state colpite agitazioni promosse dal Sicobas, sindacato di base molto conflittuale e forte nella logistica. Ormai le aggressioni a mano armata, i tentati omicidi, gli omicidi veri e propri non si contano più…

La polizia quando è presente assiste impassibile alle aggressioni, salvo intervenire poi con denunce e fogli di via a carico dei lavoratori in sciopero !

Le aggressioni e le violenze non fermeranno le lotte !

(da Iniziativa anarchica)

 

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Musicista internato nel lager di Gradisca

Tra i tanti (troppi) casi di cittadini stranieri finiti nel girone infernale delle espulsioni a causa di un visto non rinnovato in tempo ora è toccato ad una figura notissima agli udinesi, il fisarmonicista che da mesi allietava il centro cittadino con i suoi concerti anche in pieno lockdown (e con il freddo terrificante di questo inverno)

Liubomyr Bogoslavets, così si chiama il malcapitato, musicista di valore costretto dalle circostanze della vita a guadagnarsi il pane suonando per le strade si trova ora rinchiuso nel CPR di Gradisca in attesa di essere rimpatriato in Ucraina.

A suo sostegno la cittadinanza si sta mobilitando con alcune iniziative come un flash mob sabato 19 giugno in piazza Matteotti, una petizione on line, e la

registrazione di un video in cui manifestare il proprio dissenso con un nastro adesivo bianco sulla bocca con la scritta “No CPR!” mentre si suona uno “strumento muto”, ripostando sui social il video con l’hashtag #LiubomyrBogoslavetsLibero #NoCpr.

Uniamoci nella solidarietà a tutti i detenuti nel lager di Gradisca !

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La distruzione della libertà sindacale in Italia: dallo Statuto dei lavoratori al “Testo unico” del 2014

articolo tratto da “Collegamenti” n. 1, aprile 2021

a) dai consigli di fabbrica alle RSU (1970-1993)

Le mobilitazioni del decennio 1968-1979 avevano conferito al movimento operaio una enorme forza contrattuale, con la nascita spontanea dei consigli di fabbrica e di organismi sindacali di base autogestiti come i CUB e le assemblee autonome. Le burocrazie sindacali erano state costrette a rincorrere le agitazioni con improbabili sforzi unitari (1972 nascita della della federazione sindacale unitaria CGIL-CISL-UIL) e con il riconoscimento dei consigli di fabbrica (ben presto istituzionalizzati)

In questo contesto di mobilitazione generale anche una conquista importante come lo Statuto dei lavoratori (legge 300/1970) era stata percepita come una sorta di compromesso al ribasso.

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Udine 12 giugno 2021: Obiezione respinta !

SABATO 12 GIUGNO DALLE 16.00 Piazza della Libertà – Loggia di San Giovanni  in centro a Udine
La Coordinamenta Transfemminista
organizza l’incontro pubblico
*“OBIEZIONE RESPINTA A UDINE!“*
° Un farmacista non ti ha voluto vendere la pillola?
° Un medico si è rifiutato di prescriverti un contraccettivo di emergenza? Continue reading

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Nel mondo la disuguaglianza cresce e noi che facciamo ?

Viviamo in un’epoca in cui mezzo mondo considera necessario il superfluo e il resto del mondo muore per mancanza del necessario, Maris Davis

Negli ultimi 10 anni la questione delle disuguaglianze ha raggiunto nel dibattito pubblico una rilevanza sconosciuta. I mezzi di informazione la citano spesso e volentieri e politici di quasi ogni tendenza parlano di disuguaglianza come se fosse un argomento che è sempre stato per loro di primaria importanza.

Sicuramente il merito va alle organizzazioni che ne hanno fatto il centro delle loro riflessioni ( pensiamo soprattutto a Oxfam ), ma vi è la forte sensazione che sia un elemento che bisogna inserire nelle proprie argomentazioni perché non se ne può più fare a meno, non perché sia effettivamente sentito.

SEGUE SU PRATERIA RIBELLE

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Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe: uscito il n. di aprile 2021

Dopo lunga assenza ricompare, denso (secondo la migliore tradizione) di analisi corpose, la rivista “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” di cui è appena uscito il numero 1, aprile 2021 per il momento in formato digitale.

Il periodico nasce negli anni Settanta dall’incontro tra:

“1. La tradizione anarchica nella sua versione classista e comunista liberata da incrostazioni ideologiche e da rigidità autoreferenziali.
2. La sinistra comunista tedesco-olandese e, in genere, la tematica consiliare

Il numero del 2016

fuori da ogni impianto determinista.
3. La scuola della composizione di classe di cui si riprendevano le radici antiburocratiche.” (A rivista anarchica, marzo 2002)

Ed ha conosciuto fino ad ora diverse serie, inclusa una falsa partenza nel 2016

segue su INIZIATIVA ANARCHICA

 

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24 aprile 2021 a Borgo Villalta: mancava la Resistenza !

Abbiamo partecipato alla tradizionale cerimonia antifascista in Borgo Villalta a Udine in ricordo dei 22 partigiani del quartiere caduti.

Siamo rimasti allibiti di fronte alle parole della relatrice ufficiale tal “Eugenia Benigni Esperta internazionale di diritti umani – Sardine Udine” (così era presentata nella convocazione ufficiale).

L’unico riferimento alla seconda guerra mondiale è stata la lettura di un ricordo della madre che, allora bambina, era miracolosamente scampata ad un bombardamento alleato (sic). E i nazisti ? la Resistenza ? Salò ? i campi di sterminio ? NULLA.

La relatrice ha poi proseguito parlando del dramma dei profughi sulla rotta balcanica (e fin qui va bene) e dei diritti delle donne, i primi ad essere conculcati quando si instaura una dittatura (e fin qui va bene). L’unico accenno alla Resistenza è stata la frettolosa lettura dei nomi dei caduti preceduti da quello della partigiana Gianna che (sul letto di morte) raccomandava di “parlare della Resistenza ai giovani” (proprio quello che non è stato fatto !).

Opportuno l’intervento, a manifestazione quasi conclusa, di un esponente del coordinamento 25 aprile che (parlando dall’altro lato della strada) ha almeno ricordato la vergogna dei Centri di permanenza per il rimpatrio dei migranti, voluti da tutti i governi (di destra o di sinistra) e del CPR di Gradisca, particolari sui quali la relatrice aveva glissato.

Questa cerimonia evidenzia ancora una volta come le celebrazioni della “Festa della Liberazione” stiano ormai scolorendo verso un genericissimo democraticismo, vuoti richiami alla “Costituzione” e qualche spinta umanitaria. Il razzismo nazifascista e le spinte autoritarie, purtroppo, sono dietro l’angolo.

25 APRILE SEMPRE ! (MA QUELLO VERO)

campo di concentramento fascista di Arbe (Rab) per l’nternamento degli sloveni ostili all’occupazione
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EMMA e Collegamenti: due novità nel panorama dei periodici libertari

E’ sempre doloroso registrare la chiusura di un periodico anarchico, come quella di A Rivista anarchica (di cui abbiamo diffusamente parlato).

Oggi invece possiamo registrare la nascita di ben due periodici nuovi:

Il semestrale EMMA (con sottotitolo ” Culture e pensieri libertari”) di cui a marzo 2021 è uscito il primo numero sembrerebbe intenzionato a raccogliere il testimone lasciato da A rivista anarchica. Il nome è ripreso da da “Emma Goldman, anarchica dallo sguardo lucido e tagliente che ha saputo decifrare il suo tempo e prevederne le derive”.

e, vecchia conoscenza, la rivista “Collegamenti Wobbly” che sta per risorgere dalle sue ceneri in una delle sue numerose reincarnazioni, (dopo la falsa ripartenza del 2016).

In attesa di poterla leggere riportiamo una vecchia presentazione segue su INIZIATIVA ANARCHICA

 

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